Secondo Paolo Venturi e Flaviano Zandonai, la crisi innescata dalla pandemia può indicarci la strada per ricombinare le tradizionali forme di creazione del valore, dando vita a un’economia più inclusiva e a una società più giusta e sostenibile
In una società che moltiplica le connessioni ma indebolisce i legami, è necessario individuare nuove forme d’integrazione capaci di generare valore e significati, in modalità aperte al contributo di attori diversi. L’urgenza, già avvertita dagli osservatori più attenti, si è manifestata sotto gli occhi di tutti in questi anni tempestosi, in cui l’esperienza di un «male comune» ha reso evidente che cosa sia concretamente quel «bene comune» che non rappresenta – come alcuni vorrebbero far credere – soltanto una mera illusione. E come questo passi dalla convergenza e responsabilità di tutti. Di fronte alla domanda concreta di nuovi bisogni, Paolo Venturi e Flaviano Zandonai introducono un nuovo – radicale – livello di analisi e di azione con il neomutualismo.
Dopo aver indagato nei loro libri precedenti i modelli organizzativi delle “imprese ibride” e la funzione coesiva della dimensione di luogo, gli autori si soffermano oggi su quella che potrebbe rivelarsi una risposta terza rispetto ai due poli delle transazioni di mercato e della redistribuzione pubblica. Rigenerato dalle crisi in atto, infatti, il mutualismo può rappresentare la chiave per ricombinare le tradizionali forme di creazione del valore nel segno di vere e proprie relazioni di reciprocità e di una forma di scambio profondamente cooperativa, in grado di tenere la comunità al centro.
Immersi nello scenario di profonda incertezza innescato dalla pandemia di Covid-19, ci troviamo all’interno di un’intensa (e probabilmente lunga) fase di transizione. Secondo Venturi e Zandonai è proprio questo il momento migliore per sperimentare soluzioni innovative capaci di resistere al tempo, valorizzando le idee e i progetti che l’emergenza ha fatto nascere e che auspicabilmente potranno proporsi come prototipi di un nuovo welfare, di una nuova economia più inclusiva e di una società insieme più giusta e sostenibile.