I politici, anche onesti, vogliono almeno essere
rieletti. Cercano quindi di spendere il più possibile
e in tutti i modi possibili. E, se possibile, in
modo che gli elettori percepiscano chiaramente
chi devono ringraziare per i benefici che arrivano
loro da queste spese. E che cosa è meglio delle
grandi infrastrutture a questo fine? Si vedono,
si inaugurano con grandi cerimonie mediatiche,
fanno contenti i costruttori, gli utenti (anche se
quelli reali sono relativamente pochi) e i politici
locali. Occupano gente e non attirano la concorrenza
di imprese straniere, le opere pubbliche
infatti sono molto «locali». È così ovunque
nel mondo.
Il fatto che spesso possano essere soldi sprecati,
cioè che generino molti più costi che benefici
per la collettività, interessa pochissimo, e misurare
questo scarto è pericoloso. Proprio in termini
di consenso...