Gli esperti di tecnologia Thomas H. Davenport e Nitin Mittal analizzano in un libro i percorsi di grandi aziende (non tech) che hanno puntato forte – e in anticipo – sull’intelligenza artificiale. Condividendo con lettori, manager e leader un’utile serie di istruzioni per l’uso
Non solo ChatGPT: l’intelligenza artificiale è arrivata in azienda da ben prima che la creatura di OpenAI si prendesse la scena globale. E tante imprese dei più svariati settori – dalle assicurazioni alla manifattura, passando per l’informazione, il retail, le scienze naturali – hanno già deciso di scommettere su di “lei” per supportare, migliorare e talvolta perfino rivoluzionare il proprio modello di business. Ottenendo enormi vantaggi competitivi sui propri rivali. Una sorta di “scacco matto con l’AI”, insomma, come quello raccontato da Thomas H. Davenport – President’s Distinguished Professor of IT and Management al Babson College e autore di numeri bestseller di letteratura manageriale – e Nitin Mittal – responsabile della divisione AI di Deloitte negli Stati Uniti – nel loro nuovo libro.
Da Unilever a Shell, da Airbus a Disney, passando per Anthem, Eli Lilly, Ping An, Toyota, Morgan Stanley, la stessa Deloitte e molte altre: lo sguardo di Davenport e Mittal non si concentra sui colossi tecnologici o sulle startup tech, ma su grandi aziende di impianto relativamente tradizionale, che sfruttano la potenza dell’intelligenza artificiale anche se questa non è il loro prodotto o servizio principale. Imprese che tuttavia non si sono limitate a mettere in pratica l’approccio medio o più comune all’implementazione dell’AI ma hanno deciso di puntare tutto su questa scommessa, credendo che la tecnologia avrebbe portato a importanti miglioramenti organizzativi. Una scommessa che per ora ha dato loro ragione.
Ricco di approfondimenti, strategie e best practice concrete, il libro fornisce a manager, leader e ai loro team le informazioni necessarie per implementare l’AI nelle proprie organizzazioni o portarla a un livello successivo.