Da Peter Lacy, Jessica Long, Wesley Spindler e Sandro Orneli una guida per le imprese che vogliono impegnarsi nella rivoluzione circolare, salvaguardando il pianeta e continuando a crescere. L’edizione italiana arricchita da un capitolo sulle esperienze di imprese e innovatori del nostro Paese.
Gli attuali modelli lineari di produzione e consumo all’insegna del “prendere, produrre, buttare” non sono più sostenibili e tantomeno potranno esserlo nel prossimo futuro. L’economia circolare rappresenta un mezzo potente per disaccoppiare la crescita dall’uso di risorse scarse e dannose, permettendo una maggiore produzione e un consumo con minori impatti ambientali negativi e rendendo allo stesso tempo le imprese più innovative, competitive e profittevoli.
L’economia circolare è cresciuta negli ultimi dieci anni, anche se non è pienamente decollata. Per provare a spiegare come valorizzarne le potenzialità velocemente e su larga scala è nato “Il manuale della circular economy”: una guida accessibile a tutte le aziende che desiderino impegnarsi nella rivoluzione circolare firmata da alcuni dei più grandi esperti di sostenibilità e imprese a livello internazionale: Peter Lacy, Chief Responsibility Officer e Global Sustainability Services Lead di Accenture, Jessica Long, Managing Director in Closed Loop Partners, Wesley Spindler, Sustainability & Strategy Director e Global Circular Economy Lead di Accenture, e Sandro Orneli, Sustainability Strategy Lead Europe di Accenture.
Oltre ai numerosi casi internazionali relativi a modelli di business, soluzioni e tecnologie circolari proposti per dieci settori industriali strategici (minerario, oil&gas, chimico, energia e utilities, macchine industriali, ICT, mobilità, beni durevoli, beni di consumo, moda e tessile), l’edizione italiana edita da Egea e già disponibile nelle librerie si arricchisce con un capitolo dedicato al contesto e alle esperienze in materia di circolarità da parte delle imprese e degli innovatori della Penisola. Dal manuale emerge l’immagine di un Paese che può aspirare ad affermarsi come punto di riferimento internazionale. Già oggi, infatti, la Penisola occupa la prima posizione fra i Paesi europei in termini di percentuale di riciclo sulla totalità di rifiuti (il 79%, oltre il doppio della media europea) e spicca inoltre sul fronte della produttività d’uso delle risorse, con un indice di 3,64 rispetto a una media europea di 2,20. Non solo: secondo i dati forniti dalla European Circular Economy Stakeholder Plaftorm promossa dalla Commissione Europea, fra le circa 600 buone pratiche circolari introdotte da aziende e organizzazioni censite fino a oggi, quasi 100 provengono dal nostro Paese.