«Per cambiare il mondo bisogna prima cambiare se stessi», «Il miglior
modo per creare innovazione è ascoltare»: sono due tra le tante stimolanti provocazioni attorno alle quali fa perno il discorso di Mulgan sulla
social innovation. Ma di che cosa si tratta?
Se è vero che il paradosso della crisi è che apre delle occasioni, ecco
allora la possibilità (la necessità, forse?) di ripartire da sé stessi – e
da sé stessi in relazione con gli altri – per dar vita a progetti capaci di
risolvere i bisogni della contemporaneità, attraverso la collaborazione e
la partecipazione sociale. In questo consiste la social innovation.
Simile obiettivo può ora far leva in modo significativo sulle opportunità
offerte dalle nuove tecnologie digitali e dal social networking, capaci di
abilitare passi importanti anche fuori dalle istituzioni formalizzate.