Questo è un libro di economia pubblica, e questa disciplina, come tutta l’economia, rimane una “scienza sociale”, non una scienza esatta. È cioè piena di giudizi di valore. Il lavoro si pone come obiettivo quello di mostrare casi di applicazione nel settore dei trasporti di “buone pratiche” internazionali per supportare scelte politiche, che tali devono rimanere. In Italia tali analisi non sono mai state fatte, o è stato chiesto all’oste se il vino è buono. Gli autori sono però certi che i conti non si possono non fare, devono essere più indipendenti e trasparenti possibile, e diventare linguaggio corrente, anche per “informare” il dibattito pubblico, e quindi la dialettica democratica. L’alternativa sono le scelte arbitrarie del Principe eletto, e quanto questo sia onnisciente e benevolo è lasciato all’esperienza passata dei lettori giudicare.