La fiducia è il pavimento che accelera oppure frena tutto quello che sentiamo e facciamo; senza fiducia non potremmo nemmeno alzarci dal letto la mattina e usciremmo con la pistola invece che con lo smartphone. Non tutto ciò che ci circonda e succede può però essere vagliato in modo meticoloso: abbiamo energie e tempo limitati e non ne verremmo a capo. Quanto c’è dunque di oggettivo nel fi darsi e quanto di soggettivo? Perché alcuni di noi si fidano anche in contesti apparentemente minaccianti e altri sviluppano forti diffidenze in situazioni che sembrerebbero prive di rischi? La fiducia è un interruttore che ci porta ad accogliere o rifiutare gli altri e che attiva le relazioni affettive, professionali, personali. Analizzando tre grandi famiglie di oggetti a cui la fiducia può essere applicata – le organizzazioni (e in particolare le istituzioni), il mondo professionale, le persone (gli altri e noi stessi) – gli autori individuano trentuno forme di fiducia e ci forniscono una raccolta di spunti teorici e pratici per esercitarla consapevolmente. La fiducia può essere offerta, negata, richiesta o restituita e dobbiamo decidere se e come fi darci del passato, orientarci nel presente e posizionarci rispetto al futuro. Perché la fiducia ha un valore economico, sociale e temporale inestimabile e senza di essa non possiamo affrontare la complessità del mondo.