Lo sfruttamento del lavoro immigrato in agricoltura non solo ha radici storiche pro-fonde ma è divenuto un fenomeno strutturale da cui ancora troppe imprese traggono profitti e vantaggi indebiti grazie a forme di concorrenza sleale.
Da alcuni anni si è diffuso anche in Toscana assumendo tuttavia modalità peculiari che lo differenziano da quanto riscontrato in altre regioni: non tanto i tratti violenti ed eclatanti del caporalato «classico» quanto una molteplicità di forme meno visibili, spesso micro-territoriali e talvolta istituzionalizzate che, in ogni caso, producono conseguenze altrettanto inaccettabili, compromettendo la dignità dei lavoratori e mettendo in discussione la credibilità di una parte del settore agricolo.
Il volume propone i risultati di una importante ricerca realizzata in Toscana all’interno di un progetto Fami con l’obiettivo di far emergere le specificità dello sfruttamento del lavoro immigrato e offrire indicazioni per rafforzare le politiche e le strategie di contrasto.