Il testo vuole proporre un percorso di approfondimento dei temi teorici e pratici connessi alla composizione negoziata per la soluzione della crisi, nonché degli strumenti di regolazione della crisi stessa, ove questa è intesa come reversibile e con riferimento alle società di capitali. Il punto di attenzione è posto, in particolare, sull’attività svolta dai principali attori che sono coinvolti nel processo di ristrutturazione del debito dell’azienda. Il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (da ultimo modificato e integrato con il decreto legislativo n. 83/2022), da una parte ha introdotto nuovi strumenti atti ad attuare processi di ristrutturazione funzionali a risolvere situazioni di criticità economico-finanziarie – quali la composizione negoziata e i piani di ristrutturazione soggetti a omologa – e ha riproposto in modo riorganizzato e più efficiente gli strumenti già considerati nella precedente normativa fallimentare (R.D. n. 267 del 16 marzo 1942) – quali i piani attestati, gli accordi di ristrutturazione e il concordato preventivo. Dall’altra, ha posto a carico degli organi sociali diversi doveri, attività e mansioni che richiedono, da un lato, nuove competenze e, dall’altro, un’approfondita conoscenza delle condizioni di economicità dell’impresa e della loro concreta manifestazione. Inoltre, la capacità di elaborare previsioni di andamento del business aziendale e di rappresentarlo in un apposito piano funzionale al ripristino dell’economicità dell’impresa nonché al mantenimento del going concern, costituiscono condizioni indispensabili per il risanamento dell’impresa. Advisor finanziari e consulenti che assumono il ruolo di attestatori dei piani di risanamento non sono i soli attori della crisi che devono possedere competenze nell’ambito dell’analisi finanziaria e della finanza d’azienda, ma anche gli stessi componenti degli organi sociali che sono chiamati a gestire la crisi stessa.