La digital transformation ha fatto sì che ogni rapporto che abbiamo con il mondo si sia «deterritorializzato» e abbia perso i propri confini. La cultura del digitale non è più un luogo riservato, ma si apre a tutti ed è un fatto collettivo in cui la nostra vita, il rapporto con gli oggetti(come i vari device) e i social network cambiano radicalmente. Tutto diventa un ecosistema digitale e una sfida per la sicurezza internazionale. Tutto scivola nell’Internet of Things, composto da algoritmi e meccanismi subdoli. Tecnologie emergenti, informatiche, intelligenza artificiale estendono la portata delle minacce a persone e intere società. Dagli oggetti simulacri si passa alle cose, interazioni uomo-mondo che si esprimono ormai nella relazione e non nella staticità, consacrando l’era dell’Intelligence of Things. Queste «cose» che invadono la nostra vita appresentano un’opportunità, ma anche un pericolo. Quanto devono ancora fare l’Intelligence e i Servizi segreti per capire meglio queste tecnologie? E quanto le persone per difendersi da esse? È il mondo in cui viviamo che ci sorveglia o siamo noi stessi i primi complici di questa sorveglianza?