IL RICAVATO DELLA VENDITA DEL LIBRO SARA' DEVOLUTO AL FONDO BORSE DI STUDIO DELL'UNIVERSITA' BOCCONI - So di essere prossimo alla conclusione della mia vita (coi miei 88 anni). Ma questo non mi
spaventa. Andrò avanti in piena serenità, fin che Dio vorrà.
Lunga vita significa anche nostalgia di molte persone che sono mancate (prima di tutti
mia moglie Lina, che conobbi a 17 anni e sposai a 27 e dalla quale ho avuto cinque figli: il
nostro matrimonio felice è durato 56 anni).
Sono nato a Trezzo sull'Adda, da genitori trezzesi (Edmondo e Rosa Cereda, che pure ricordo con nostalgia)
e qui ho frequentato i primi anni delle scuole elementari.
A questa terra sono sempre rimasto legato; qui abbiamo costruito la cappella, dove riposano i nostri cari.
La nostalgia riguarda molti Maestri e colleghi che sono scomparsi. Cominciando dal mio Maestro Gino
Zappa, il fondatore dell’Economia aziendale, e proseguendo con altri Maestri: Ugo Caprara, Giordano
Dell’Amore, Giorgio Pivato, Giovanni Demaria, Libero Lenti. Tra i miei colleghi ricordo Francesco
Brambilla, Napoleone Rossi, Claudio Demattè, Gianguido Scalfi, Aldo De Maddalena, Carlo Masini,
Sergio Vaccà.
Alcuni miei amici bocconiani sono stati Rettori dell’Università prima di me. In ordine di tempo: Demaria,
Dell’Amore, Scalfi, Gasparini. Io fui Rettore tra il 1984 e il 1989 e nel contempo, a partire dal 1974,
fui Consigliere Delegato per 25 anni, alcuni dei quali in tempi difficili per le finanze della Bocconi (erano
anche gli anni del banchiere Roberto Calvi, vicepresidente all'epoca della Presidenza di Giovanni
Spadolini). Spadolini, fiorentino, giornalista di alta levatura (compresa la direzione del Corriere della
Sera), politico che ricoprì cariche altissime (come la presidenza del Senato) è stato un vero amico.
Il ricordo che di Spadolini espresse, nel decennale della scomparsa, Indro Montanelli, alla presenza
dell’allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, fu commovente e nel contempo spiritoso.
Io, che dovevo parlare dopo Montanelli, ne fui intimorito; ma come spesso (se non sempre) nella mia
vita, ho affrontato con coraggio il non facile compito.
Non posso non ricordare con nostalgia alcuni dei miei amici scomparsi: da Luigi Antonelli (che mi fu
Maestro nella professione) a Luigi Chiaraviglio, al nostro medico di famiglia Alfonso Garagiola (che
ci fu sempre vicino anche in frangenti difficili); a Carlo Dessy, a Giovanni Ferrero, che mi fu collega
all'Università di Parma.
Così come ricordo industriali di successo che mi furono amici: da Giovanni Borghi, che diffuse nell'Italia
del dopoguerra gli elettrodomestici di ogni tipo; al genio della seta Antonio Ratti.