Il rapporto tra nuove tecnologie, in particolare intelligenza artificiale di natura generativa, e valori democratici rappresenta un osservatorio privilegiato per indagare le attuali condizioni dello stato di diritto, non solo nel contesto digitale. Soffermandosi su questo rapporto, il volume illustra una delle sfide più interessanti del costituzionalismo contemporaneo. Stati democratici e organizzazioni regionali di diritto internazionale e sovranazionale devono infatti confrontarsi – sia nel bene, alla luce dei potenziali vantaggi, sia nel male, alla luce degli altrettanto significativi rischi – con uno strumento tecnologico complesso quale l’intelligenza artificiale che può, almeno in apparenza, fare a meno del cosiddetto “fattore umano”. E dunque, tra le altre cose, sembra poter fare a meno anche di quelle operazioni di bilanciamento tra interessi e diritti contrapposti che non sono delegabili, in uno stato di diritto, ad alcun automatismo. Queste coordinate di indagine rappresentano la bussola dello studio di Pollicino e Dunn che, supportato da dati empirici, prova a fare chiarezza su un tema chiave per le democrazie occidentali, guardando ai laboratori privilegiati collegati alla lotta contro la disinformazione, da una parte, e alla tutela del principio di non discriminazione, dall’altra.