Egea
Senza uguali


Nel suo nuovo saggio, il fisico Guido Caldarelli ci accompagna in una realtà sempre più connessa e complessa, svelando i meccanismi che “regolano il disordine” tra tutte le cose 

 
È più facile incontrare per strada un uomo alto 2,50 metri o che un virus nato in un mercato di animali selvatici si diffonda in tutto il mondo diventando un’emergenza sanitaria globale? Come si distribuisce la ricchezza e cosa genera le crescenti diseguaglianze nella popolazione? Per quale motivo le notizie false si diffondono così velocemente? E perché piove sul bagnato? Ma, soprattutto, cos’hanno in comune tra loro queste domande? La risposta, anzi, le risposte, si possono trovare nella scienza delle reti, bussola ideale per comprendere un mondo “senza uguali”.

Professore di Fisica teorica, modelli e metodi matematici all’Università Ca’ Foscari di Venezia, Caldarelli è uno dei massimi esperti internazionali di scienza delle reti e sistemi complessi. Nel saggio accompagna il lettore in un mondo che diventa ogni giorno più connesso e, appunto, complesso. Due aggettivi spesso abusati ma raramente compresi fino in fondo. Se la connessione sembra una proprietà facile da intuire, la complessità è un concetto più sfuggente. A grandi linee è possibile sintetizzarla così: un sistema con un gran numero di componenti può generare comportamenti inattesi, perché l’aggiunta di elementi non solo aumenta le dimensioni del sistema stesso, ma lo rende qualcosa di totalmente diverso da ciò che era prima.

I sistemi complessi sono il risultato di un’evoluzione che, come avviene in natura, produce sistemi autorganizzati. Per studiarli abbiamo bisogno di modelli, cioè di “copie semplificate” della realtà che seguono leggi matematiche precise, e di rappresentazioni grafiche capaci di restituire con immediatezza visiva anche il sistema di relazioni più intricato: le reti.

Se per Galileo l’universo era «scritto in lingua matematica», la lingua in cui la Natura ci parla della sua complessità è spesso quella delle reti e dei grafi.

La complessità della realtà si articola quindi in strutture di reti in cui le connessioni sono scelte tra un gran numero “disordinato” di possibilità, tutte più o meno equiprobabili. Il fatto sorprendente è che queste strutture, indipendentemente dalla loro configurazione specifica, hanno molte proprietà in comune.

“Il mondo sembra disordinato, fatto di cose molto diverse, e non sembra esserci un motivo per cui si instauri una relazione invece di un’altra”, spiega Caldarelli. “Ma, come un cuoco non comprerà mai le materie prime dove capita, e andrà invece alla ricerca di specifici fornitori, così in un sistema complesso ogni parte sceglie con cura con chi interagire. In quasi tutti i casi ci sono leggi molto specifiche che regolano le interazioni. Queste idee, nate nel campo della fisica statistica, possono costituire uno strumento per comprendere fenomeni sociali più vasti”.

È proprio grazie alle reti, quindi, che possiamo prevedere il comportamento di sistemi caotici anche in ambiti delicati come quelli sociali ed economici, e comprendere come si creano l’ordine o il disordine. Perché capire la complessità significa rendersi conto di quanto siano interconnesse le variabili in gioco e imparare a prevederne l’evoluzione per cercare di pianificare un mondo migliore, più sostenibile e con maggiori opportunità per tutti.

“Grazie alle rappresentazioni tramite le reti, visibili e quindi comprensibili anche a chi non ha conoscenze specifiche,” conclude l’autore, “questo libro vuole proporsi come una guida per orientarsi in un ambito di ricerca non più specialistico e settoriale, ma allargato a fenomeni che ci aiutano a comprendere il mondo in cui viviamo. È un orientamento divenuto essenziale per capire che cosa succede a noi tutti, cittadini di questo mondo iperconnesso, sia per accettarne le (molte) conseguenze positive, sia per evitarne le (poche, ma molto serie) derive antidemocratiche. Forse nel bagaglio del cittadino moderno c’è posto anche per un po’ di fisica statistica”.


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