Sindaco di Londra dal 2016, Sadiq Khan condivide la sua battaglia per una City più verde e con un’aria più pulita, tra episodi autobiografici e scommesse politiche. Dimostrando ai lettori come sia possibile combattere davvero il cambiamento climatico e creare un mondo in cui tutti potremo tornare a respirare.
Le sue politiche verdi hanno trasformato Londra nella prima “Città parco nazionale” al mondo. E – cosa ancor più sorprendente – hanno dimostrato ai suoi colleghi, i sindaci di tutto il globo, come sia possibile vincere (e rivincere) le elezioni puntando davvero sui temi ambientali, costi quel che costi. Il percorso non è stato semplice e, soprattutto, non è ancora finito, ma Sadiq Khan ha deciso di condividerlo con attivisti, politici e lettori di tutto il mondo per lanciare un messaggio di speranza di fronte a un cambiamento climatico sempre più evidente. Lo fa nel libro “Respirare”, saggio autobiografico che Egea – casa editrice dell’Università Bocconi – porta in Italia dal 16 maggio in anteprima mondiale.
Il libro è il racconto di un percorso in cui la politica passa talvolta in secondo piano rispetto a episodi personali che ci fanno toccare con mano (purtroppo) l’impatto invisibile che l’inquinamento ha sulle vite di molti di noi.
Nato e cresciuto a Tooting, un quartiere nel sud di Londra, Khan ha cominciato la sua carriera come avvocato per i diritti umani, prima di essere eletto in Parlamento nel 2005. Eletto sindaco di Londra nel 2016, nel 2021 viene confermato con il più alto numero di voti mai ottenuti da un primo cittadino in carica.
Senza la Maratona di Londra, tuttavia, forse la sua traiettoria politica non sarebbe stata la stessa. Dopo avere preso parte alla gara nel 2014, infatti, ha iniziato ad avvertire i problemi di salute che hanno portato a una diagnosi di asma dell’adulto, la cui causa è risultata riconducibile proprio all’aria inquinata respirata nella City. Da allora, Khan è diventato un fervido sostenitore della lotta contro l’inquinamento atmosferico e il cambiamento climatico. I tanti incontri degli anni successivi con i suoi concittadini non hanno fatto altro che cementare una convinzione tradottasi in un’agenda tanto visionaria quanto concreta.
Londra ha introdotto la prima Ultra Low Emission Zone (o ULEZ: una zona a emissioni ultra-basse, in cui chi guida i veicoli più inquinanti deve pagare una tassa) del mondo che ha quasi dimezzato l’inquinamento atmosferico tossico del centro. Dalla sua elezione nel 2016 la città ha visto una riduzione del 94% del numero di persone che vivono in aree con livelli illegali di biossido di azoto; di conseguenza, Londra dovrebbe raggiungere i limiti di inquinamento previsti dalla legge entro il 2025, contro i 193 anni previsti al momento del suo insediamento. Durante il suo mandato sono stati piantati 440.000 alberi e quintuplicate le piste ciclabili; sono stati installati un numero record di punti di ricarica elettrica ed è stata implementata la più grande flotta di autobus a emissioni zero d’Europa. Nel 2019, la City è stata dichiarata prima “Città parco nazionale” al mondo dalla National Park City Foundation.
Un esempio coraggioso, insomma, che può rappresentare una fonte di ispirazione anche per le città italiane, molte delle quali hanno ancora tanta strada da percorrere per riuscire a ridurre l’inquinamento atmosferico[1].
Nel saggio, Khan racconta il suo viaggio politico e umano, individuando sette tappe e associando a ognuna di esse uno degli ostacoli che spesso si parano davanti a chi voglia affrontare seriamente la crisi climatica e ambientale, rischiando di farne deragliare gli sforzi: dal fatalismo all’apatia, dal cinismo alla deprioritizzazione, dall’ostilità ai costi. Arrivando infine alla fase più insidiosa, proprio perché complessa da superare senza che qualcuno faccia il primo – decisisivo - passo: quello dello stallo. Dal costruire coalizioni che abbraccino l’intero arco politico al fare della giustizia sociale il perno delle politiche verdi, fino a dimostrare con prove tangibili che la crisi climatica è anche una crisi sanitaria, Khan ci propone soluzioni concrete affinché tutti – elettori, attivisti o politici – possano vincere la discussione sull’ambiente.
“Con questo libro voglio dunque raccontarvi una storia”, scrive Khan. “È la storia della mia trasformazione personale: da conducente di Land Rover a evangelizzatore delle bici elettriche. È la storia di una collaborazione con esperti, londinesi e sindaci di tutto il mondo per affrontare un problema che riguarda tutti noi. Ma soprattutto è la storia di una presa di coscienza, perché ho capito che il cambiamento climatico non è la kryptonite della politica. La lotta per un’azione climatica decisiva è una lotta che cittadini, attivisti e politici impegnati possono vincere. E una volta che l’avremo vinta, potremo cominciare a migliorare le cose”.