Da un tragico incidente alla scelta di restituire agli altri quanto si è ricevuto nella vita: in un romanzo autobiografico, Matteo Morandi ripercorre – con Lidia Labianca – la storia umana e professionale che ha portato alla nascita di una Fondazione impegnata per migliorare Sanità, scuola e sport. Un manifesto di fiducia nel potenziale umano, un invito a guardare il futuro con speranza.
Matteo Morandi è un manager di successo. Nato da una famiglia come tante altre, si è costruito una carriera brillante trasformando l’astratto in azione, senza sosta. Questa volta, però, non può fare nulla. Tranne aspettare: in seguito a quello che sembrava una semplice scivolata in moto, suo figlio Mattia è entrato in coma. L’Evento, come lui stesso lo chiama, trasforma le giornate di Matteo “in attesa” interminabile ma anche in occasione “Inattesa” per una riflessione tanto profonda quanto pragmatica sui valori e le relazioni che danno senso alla nostra esistenza e al nostro lavoro. Arrivando, talvolta, a generare qualcosa di nuovo e di grande.
Nasce così il racconto al centro di questo romanzo, edito da Egea, che si dipana tra l’incertezza di un presente scandito dal ticchettio dell’orologio di un reparto di ospedale e l’ordine in cui le tessere della storia personale e professionale di Matteo cercano un senso nel caos, andando a ricomporsi in un puzzle unitario fatto di ricordi e di incontri, di progetti e di strade, di sfide e di traguardi. Il risultato è un manifesto di fiducia nel potenziale umano. Un invito a guardare al futuro con occhi pieni di speranza e a inseguire i nostri sogni con fermezza e determinazione.
Dai giochi in cortile a San Fruttuoso agli studi universitari in Bocconi, dal primo impiego nel “Regno delle Penne” all’affinità elettiva con il “Pres”, passando per il fascino dei “Maghi delle lancette”, l’avventura cinese, la creazione di una startup dietro l’altra... Un viaggio, quello di Morandi, in cui non sembra contare la meta, ma l’ebbrezza del continuare a salpare di nuovo verso destini inesplorati ma senza perdere di vista il porto sicuro della famiglia, che scandisce il ritmo della narrazione con la forza discreta di ciò che conta davvero. Tra le pagine del libro, l’autore ripercorre sospeso tra passione e franchezza, entusiasmo e una vena di malinconia la propria storia di “sognatore pragmatico” fino al più brusco dei risvegli.
È il 18 novembre del 2021 quando suo figlio Mattia, liceale, ha un incidente in moto. Quella che, non appena giunto al Pronto Soccorso, sembrava una cosa da poco, una semplice scivolata senza conseguenze, si rivela al contrario quasi fatale: emorragia interna, vene recise, fegato spappolato. Mattia rimane in coma per due mesi e in ospedale per sei. Subisce quindici operazioni e affronta un anno di riabilitazione.
Oggi tutto si sta risolvendo positivamente, Mattia è vivo grazie ai medici che lo hanno salvato, e studia Medicina.
Il giorno dell’incidente, seduti fuori dalla terapia intensiva, aspettando e sperando che qualcuno gli dicesse che loro figlio era sopravvissuto, Matteo e Paola, sua moglie, decisero che, indipendentemente da come sarebbe andata, avrebbero messo in pratica il concetto anglosassone del “give back”: ricordare quanto si è ricevuto restituendo a chi ne ha bisogno per dar vita a un circolo virtuoso. Da quella decisione è nata Fondazione Morandi. Impegnata in progetti di formazione, ricerca e inclusione per Sanità, scuola e sport, oggi la Fondazione progetta, finanzia e realizza programmi che abbiano un impatto concreto sulla vita di tutti.
Per questo, i diritti d’autore maturati dalle vendite di “Inattesa” saranno interamente devoluti a Fondazione Morandi ETS per la costruzione di Casa Morandi, centro dove la riabilitazione possa incontrare la formazione e il sociale.
“In fondo la vita è il risultato di ciò che si fa con quello che ci succede e l’essere arrivato fin qui mi fa venire solo una grande voglia di non fermarmi e di continuare a progettare il futuro”, scrive Morandi. “Che cos’è l’attesa, se non la possibilità di pensare, di fare spazio per poter poi ripartire con un passo nuovo, con una coscienza diversa, ma con il desiderio sempre presente di esserci, con tutto sé stesso? Esserci, prendersi cura, fidarsi, avanzare lentamente con la coscienza dell’importanza di ogni singolo passo: sono le lezioni dell’attesa, un patrimonio che diventa carburante di un nuovo modo di agire e di vivere”.
“Abbiamo ricevuto un ‘dono’, una ‘seconda volta’”, conclude Morandi, “e adesso vogliamo ricambiare e dare”.
Perché “far del bene fa bene”. Anche nelle situazioni più inattese.