Il saggio di Emilio Barucci è la prima guida per conoscere la nuova moneta elettronica su cui sta lavorando la Banca Centrale Europea. E che presto potrebbe arrivare nelle nostre tasche (virtuali), cambiando la nostra vita quotidiana a partire dalle piccole cose
Grazie all’euro digitale sarà possibile effettuare un pagamento elettronico presso un negozio con un grado di privacy simile a quello che sperimentiamo oggi utilizzando le banconote. Non solo: si potrà tenere il nostro denaro formalmente presso una banca privata ma, di fatto, presso la banca centrale senza avere timore che il bancomat non ce lo restituisca. Ma perché è necessario che la Bce emetta l’euro digitale? Quali saranno le caratteristiche tecniche di questa nuova moneta? E soprattutto: quali gli effetti per il funzionamento del sistema finanziario e sulla nostra vita di tutti i giorni? Docente di finanza matematica al Politecnico di Milano, Emilio Barucci cerca di rispondere a queste e a molte altre domande in un libro – edito da Egea – che rappresenta la prima guida alla scoperta della nuova moneta elettronica con cui presto ci potremmo trovare a fare i conti: l’“Euro digitale”, appunto.
Dopo aver lanciato due anni di “fase di investigazione”, la Banca Centrale Europea si appresta infatti, nel prossimo autunno, a decidere se procedere o meno con una “fase di realizzazione”, che durerà tre anni e dovrebbe essere propedeutica alla scelta se emetterlo o meno. Una risoluzione per cui non è prevista alcuna scadenza e che sarà presa dopo che il Parlamento Europeo avrà legiferato in materia fornendo le principali linee di indirizzo. “La decisione non è stata presa”, spiega Barucci, “ma ci sono tutti presupposti perché sia positiva visto lo stato di avanzamento del progetto, il dispendio di energie e la rilevanza delle motivazioni che spingono per procedere in questa direzione”.
Insomma, ci vorranno alcuni anni per avere l’euro digitale nelle nostre tasche (virtuali), non sappiamo bene come sarà ma una cosa è certa: la nostra vita di tutti i giorni cambierà a partire dalle piccole cose. Come pagheremo il caffè al bar, come faremo acquisti online o come divideremo il conto al ristorante tra amici.
L’euro digitale sarà una moneta di banca centrale, così come lo sono le banconote, che sarà chiamata a coesistere con le stesse e a far concorrenza/integrarsi con gli attuali sistemi elettronici di pagamento al dettaglio: bancomat, bonifici bancari, carte di credito, app di pagamento, sistemi di pagamento e-commerce.
Il disegno dell’euro digitale oscilla infatti come un pendolo tra due poli attrattori dalle caratteristiche molto diverse tra loro: da un lato le banconote, dall’altro gli strumenti di pagamento elettronici attualmente disponibili. Le prime non lasciano traccia, non sono remunerate ma possono essere usate solo nei pagamenti di persona; i secondi sono invece tracciabili, sono utilizzabili online e si appoggiano su un deposito bancario che è remunerato.
Questo pendolo è al centro di una vera e propria battaglia per la sovranità monetaria in cui le banche centrali (non solo quella europea) stanno cercando di ridefinire la propria autorità in materia monetaria recuperando una centralità che rischia di essere messa in discussione dai cambiamenti delle abitudini dei cittadini, che stanno sempre più privilegiando strumenti di pagamento elettronici appoggiati sulla moneta commerciale fornita dagli intermediari. Un’insidia che è portata da operatori tradizionali (banche, fornitori di servizi di pagamento) ma anche da altri stati sovrani, dalle criptovalute e dalle big tech. Si tratta, insomma, di una battaglia complessa che deve essere vinta nell’interesse di tutti cercando il giusto equilibrio tra pubblico e privato.
“L’introduzione dell’euro digitale”, spiega Barucci, “richiederà la messa a punto di molti dettagli da cui dipende il successo dell’iniziativa: il grado di privacy, il ruolo degli operatori privati, l’infrastruttura di pagamento, la tecnologia che ne sta alla base, la sua remunerazione”.
“Illustrando le scelte esplorative che sono state fatte, in questo libro cerco di mettere in evidenza le aspettative dei cittadini, le opzioni sul tavolo, gli obiettivi che la Banca Centrale Europea e il Parlamento Europeo vogliono raggiungere e le possibili ricadute sulla vita di tutti i giorni. Tra gli obiettivi mi preme ricordare: centralità della moneta di banca centrale, efficienza sul fronte costi, privacy degli individui, lotta alla criminalità, inclusione, stabilità e innovazione finanziaria. In presenza di tanti obiettivi non sarà facile trovare la quadra: le specificità adottate, infatti, dovranno trovare un equilibrio tra le priorità da raggiungere”.