Da Torino a Matera, da Barcellona a Tokyo: La Stampa accompagna i lettori in un viaggio alla ricerca dell’equilibrio tra crescita e senso di comunità, radici e slancio verso il domani. Un estratto dell’articolo a firma di Carlo Ratti
(La Stampa) - Dal dopoguerra ad oggi, pochi luoghi in Italia hanno saputo cambiare radicalmente la propria reputazione agli occhi degli osservatori internazionali, quanto la città di Matera e i territori circostanti.
Da decenni pesava su quella regione uno stigma talmente profondo da sembrare irreparabile - a partire dal più noto dei riferimenti letterari, il Cristo di Carlo Levi.
Eppure, a chi volesse scorrere le pagine delle maggiori testate giornalistiche mondiali negli ultimissimi anni, apparirebbe una storia del tutto diversa. Poco prima della pandemia, l'Observer definiva Matera come «un diamante nella roccia». Le Monde parlava di una «Revanche de
Matera», mentre il Times benediva la nuova «rockstar d'Italia» in un gioco di parole sul doppio significato della parola «rock» in riferimento al celebre insediamento dei Sassi.
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