A che punto siamo in Italia e nel resto d’Europa con gli impegni assunti dalle Nazioni Unite e dalla Commissione Europea per almeno migliorare gli squilibri di genere? Dopo un’analisi approfondita e comparativa, nel suo nuovo libro Paola Profeta suggerisce delle risposte.
La presenza delle donne in posizioni decisionali si traduce in migliori performance economiche, finanziarie e di sostenibilità per le imprese, ma anche in un’agenda politica orientata al lungo periodo, incline ad assegnare centralità alla spesa sociale e in istruzione.
Nonostante gli impegni formali assunti dalle Nazioni Unite e dalla Commissione Europea, negli ultimi decenni i passi avanti verso la parità di genere sono stati compiuti a un ritmo tanto lento da risultare scoraggiante. I divari di genere nel mondo del lavoro sono marcati e il “soffitto di vetro” è ancora un fenomeno dominante ovunque. La pandemia di Covid-19 rischia di peggiorare lo scenario: le donne lavorano in settori fortemente colpiti dalla pandemia e su di esse sta ricadendo la maggior parte del lavoro domestico e del lavoro di cura aumentati durante la pandemia. In Italia i dati evidenziano una situazione particolarmente critica: nell’ultimo anno il tasso di occupazione femminile è stato solo pari al 48,6%.
Si è aspettato a lungo che si creassero condizioni favorevoli a innescare un circolo virtuoso di parità di genere, leadership femminile e crescita economica sostenibile: ora non si può più rimandare.
Nel suo nuovo libro, Paola Profeta si basa su dati inediti e su un approccio multidisciplinare per offrire un'analisi comparativa delle politiche di genere in Europa, fornendo evidenze concrete di come la presenza delle donne nelle posizioni decisionali in economia e politica stia disegnando nuovi scenari di cambiamento.